Consegna degli Statuti e del Direttorio al Dicastero per il Clero

Cari fratelli della Fraternità.

Pace e bene!

Desidero condividere con tutti voi la gioia di essere a Roma per consegnare i documenti della Fraternità al Dicastero per il Clero.

Sono stato accolto molto bene da Fratel Padre Andrea Mandonico e ho soggiornato presso la sua casa, la “Società delle Missioni Africane”.

Il primo giorno, ho voluto un momento di solitudine e preghiera. Così, mi sono recato alla Casa Madre delle Piccole Sorelle di Gesù a Tre Fontane. Ho trascorso molto tempo in cappella, in preghiera silenziosa. Sono sceso alla tomba della Piccola Sorella Maddalena di Gesù e sono rimasto lì, in silenzio, pregando per la nostra Fraternità e per ciascuno di voi. Sebbene la superiora generale, Suor Eugeniya-Kubwimana, non fosse presente quel giorno, ho avuto una piacevole conversazione con la responsabile della Casa Madre di Tre Fontane, Suor Luigina, e con due consigliere, Suor Goneswary e Suor Najiba. Abbiamo parlato delle gioie e delle preoccupazioni delle nostre fraternità sparse nel mondo, dei nostri bisogni, delle nostre risorse, della mancanza di vocazioni e, soprattutto, della nostra docilità allo Spirito Santo di Dio.

Il 7 ottobre 2025 ho avuto un’udienza con il Cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del dicastero per il clero, per consegnargli personalmente il frutto del lavoro della Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas. Ero accompagnato dai Padri Andrea Mandonico e Giovanni Naoom, responsabili della Fraternità in Italia, che parlavano italiano. Questa udienza con il Cardinale è stata per noi molto importante e significativa.

Il Cardinale si è presentato in modo semplice, accompagnato dal suo segretario, il Vescovo Andrés Gabriel Ferrada Moreira, e da un sacerdote indiano come traduttore. Mi hanno chiesto di parlare in portoghese ed entrambi hanno tradotto le mie conversazioni con il Cardinale Lazzaro. Sono stati accoglienti e fraterni, facendoci sentire a nostro agio. Il Cardinale ci ha raccontato un po’ della sua vita e di come è arrivato a Roma dopo molti anni come vescovo in Corea del Sud. Siamo rimasti sorpresi e felici di scoprire che conosce molto bene la spiritualità di San Carlo de Foucauld, avendo avuto un Piccolo Fratello di Gesù come confessore per molti anni. Quindi la nostra conversazione è stata semplice ma profonda, nello stile della nostra fraternità.

In poche parole, ho raccontato al Cardinale la storia del riconoscimento pontificio della Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas. Gli ho ricordato che il Dicastero ci ha chiesto di semplificare e aggiornare i nostri Statuti e il nostro Direttorio, e che, in un’ottica sinodale, la precedente équipe internazionale, coordinata da Padre Eric Lozada dalle Filippine, ha svolto questo lavoro negli ultimi sei anni, ascoltando i fratelli di tutto il mondo, i responsabili nazionali e i responsabili continentali. E infine, durante l’assemblea di Buenos Aires dello scorso maggio, sono stati approvati questi due testi, che ora sottoponiamo al Cardinale, chiedendogli di approvarli come rinnovo del riconoscimento pontificio della Fraternità Sacerdotale Jesus Caritas. Il Cardinale ha ricevuto i testi e li sta ora leggendo e analizzando. Ci è stato detto che possono essere approvati nella loro interezza, oppure con suggerimenti di modifica da parte del Dicastero.

Ho chiesto al Cardinale di rivolgere una parola ai fratelli della Fraternità in tutto il mondo. Ci chiede di vivere, come San Carlo, con semplicità, dialogando con tutti, senza pregiudizi, e di mostrare particolare attenzione e apertura verso i nostri fratelli e sorelle musulmani. Ci chiede anche di testimoniare la povertà evangelica, di essere umili nel raggiungere i poveri e, soprattutto, di testimoniare il Vangelo con la nostra vita, seguendo le orme di San Carlo de Foucauld.

Non potevo non visitare la tomba del nostro amato Papa Francesco. Lì ho pregato per tutti noi della Fraternità in tutto il mondo e ho chiesto la sua intercessione per il lavoro di questa nuova équipe internazionale, di cui sono un piccolo e umile servitore.

Nel nome di Gesù, un forte abbraccio con tutto il mio affetto.

Goiás, 20 novembre 2025

Padre Carlos Roberto dos Santos
Responsabile Internazionale


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, novembre 2025

Continuiamo soltanto a remare

Carissimi, il 1o dicembre ci sarà, come di consueto, il ricordo nella preghiera di san Charles de Foucauld.

Lo faremo con un tempo di adorazione – dalle 17 alle 18 – e con la celebrazione eucaristica subito dopo.

È una gioia per noi ricordare il nostro Santo e rammentare a tutta la Chiesa che la sua testimonianza è proposta come modello di vita cristiana.

Quando penso alla sua attualità, la cosa che mi colpisce maggiormente è il suo aver vissuto in anticipo lo stato di fatica e tristezza nel quale versa la Chiesa di oggi Quando vai per parrocchie, senti sempre discorsi nostalgici di un passato che non c’è più! Nostalgie di processioni, sagre, ma non solo… anche di campi scuola, gruppi giovanili, belle attività. Se poi giri per conventi o seminari, il ritornello è sempre quello: poche vocazioni, come faremo ad andare avanti? Papa Francesco, nella Evangelii Gaudium, ci ha smascherati: «Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore […] Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!»


📃 PDF: JCQ_11_2025 1 HR

Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, ottobre 2025

Carissimi, sabato scorso il nostro fratello Roberto ha ricevuto la notizia della morte di suo nipote Marco, giovanissimo medico, appena assunto come anestesista all’ospedale di La Spezia. La disgrazia è avvenuta mentre Marco effettuava un’immersione nel mare dell’Argentario, da subacqueo appassionato qual era. Siamo tutti a corto di parole davanti al dolore e alla morte, poi quando avvengono in circostanze come questa, restano solo le nostre domande senza risposta.

Esaurite le parole umane, la Parola di Dio non smette di darci consolazione e fiducia. Se l’uomo deve accettare di tacere davanti al mistero del dolore, Dio ha parole da dire, anche se non sono quelle che magari vorremmo sentire.

Dice il Signore: «Nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?» (Sal 56,9).

A cosa possono servire le lacrime che i genitori, i parenti, gli amici di Marco stanno versando? Non abbiamo risposta, ma sappiamo che il Signore le raccoglie nel suo otre, le conta una a una, ne fa inchiostro per il suo libro, il libro della Vita. E ancora: «Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto» (Is 29,8).

La nostra Speranza è che la morte un giorno sarà distrutta come già è accaduto a Gesù a Pasqua. E allora le lacrime non avranno più ragione di essere. Ma, oggi, sono
qualcosa di importante, di prezioso, anche se a noi sembrano inutili.


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, settembre 2025

Carisimi, proprio oggi un gruppetto di sei ragazzi che sono in pellegrinaggio a piedi diretti a Roma, ha chiesto accoglienza in Abbazia per la notte. Niente di speciale direi… ma una cosa mi ha colpito!

Hanno chiesto infatti, vedendo sulle pareti dalla sala nella quale li abbiamo accolti, tante foto e didascalie, di conoscere san Charles de Foucauld. Alla loro richiesta, la mia risposta immediata è stata: «Ma non vi fate la doccia?». Erano stanchi dalla giornata di cammino eppure hanno anteposto alla doccia un piccolo incontro per conoscere il “nostro” fratel Carlo!


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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, agosto 2025

Carissimi amici,

questo Q di metà agosto non può non risentire del clima di “ferie” che si respira. Magari ci sentiamo un po’ in colpa a fare delle vacanze mentre tanta parte dell’umanità è afflitta da guerre e altre calamità naturali o causate dall’uomo stesso… però poi l’esigenza di uno stacco prende il sopravvento!

Fratel Paolo Maria ci farà riflettere sul senso stesso della vita, che un tempo meno “pressato” da impegni, può darci modo di riscoprire… mentre da parte mia troverete una leggera chiacchierata sul “riposo”.

Il primo sostenitore, anzi direi il vero “autore” del riposo è Dio stesso:

«Per sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro in giorno di sabato sia messo a morte. Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un’alleanza perenne. Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti: infatti il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e ha preso respiro» (Es 31,15-17).

Il comando del “riposo”, dello shabbat (in ebraico), viene dato da Dio sulla base del Suo stesso modo di comportarsi… Dopo sei giorni di lavoro ha “cessato” di lavorare e ha “preso respiro”. Che bella immagine quella di un Dio che prende fiato dopo il lavoro, di un Dio che passa dall’affanno del lavoro alla distensione che gli
fa riprendere il respiro.

Di un Dio che dopo aver dato la vita all’uomo col Suo soffio, si permette di riprendere fiato.

Certo bisogna saper riposare e non tutti siamo capaci (me compreso). Tante volte una vacanza risulta più stressante del nostro impegno quotidiano e il tempo del riposo diventa il tempo per fare tutto quello che non ho potuto fare… Ma così mi affanno più di prima!


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Il terrorismo in Burkina Faso non è una questione religiosa. Philippe OUÉDRAOGO

Cardinale Philippe Ouédraogo da Seul sul Sahel: “L’attuale conflitto non è religioso. È politico, economico, identitario e geostrategico”.

Seul, la capitale coreana, ha ospitato un incontro della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre il 10, 11 e 12 luglio 2025. In questa occasione, il cardinale Philippe Ouédraogo, uno dei principali relatori, ha pronunciato un messaggio molto toccante sulla situazione della sicurezza in Burkina Faso e nel Sahel: “Non cadiamo nella trappola: rifiutiamo la paura, la confusione e i discorsi divisivi. Il conflitto attuale non è religioso. È politico, economico, identitario e geostrategico”, avverte l’arcivescovo emerito di Ouagadougou, che si chiede: “Come possiamo spiegare il fatto che così tante armi circolino in aree dove l’accesso al cibo e all’acqua potabile è limitato? Chi chiude un occhio? Chi lo permette? Chi ne trae profitto?” Vi offriamo il testo integrale della sua dichiarazione su “La Chiesa in Burkina Faso, testimone di speranza di fronte alla persecuzione del violento estremismo islamista”.


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