Incontro famiglia spirituale italiana Charles de Foucauld in Tre Fontane, maggio 2019

Riflettendo in questi ultimi giorni sul tema del nostro incontro (grazie per il vostro apporto, è stato bello conoscere un po’ della vostra vita al cuore stesso della Chiesa italiana!) mi si è fatto pian piano chiaro il desiderio di allargare ancora i confini…

Come riflettere su una Chiesa e sul nostra partecipazione alla sua vita separandola dal contesto in cui si trova oggi ad annunciare Gesù di Nazareth crocifisso e risorto?

Non preoccupatevi, non intendo fare un’analisi della situazione socio-politica italiana! Non ne sarei capace e non è questo il nostro scopo… però posso ben immaginare che tutti voi soffriate un po’ negli ultimi mesi e che vi stiate seriamente chiedendo se gli italiani abbiano mai ascoltato una pagina di vangelo come Mt 25…

Per andare avanti nel nostro riflettere ho scelto alcuni punti dell’ Evangelii gaudium, quelli che, guarda caso, trattano della vita sociale e politica, ma anche, di riflesso, della Chiesa.

Forse li sapete a memoria, ma è bene riprenderli insieme e ascoltarli sulla filigrana della vita di Charles de Foucauld che, dopo Gesù, è colui che ci riunisce qui oggi.

Il tempo è superiore allo spazio

223: Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.

Riandiamo a fr. Charles, alla sua vita donata. Uno degli aspetti di questa vita che più colpisce chi viene a la sfida della differenza nella società di questi nostri giorni. Ci sentiamo spesso come pesci fuor d’acqua e la grande tentazione è quella di cedere all’istinto di “opporci”, di “far vedere che esistiamo”… dimenticare_ la strada del discernimento continuo e dell’amore anche per il nemico. Altri creano paurosi nemici per diffondere le loro idee, ma la scelta della fraternità universale non è così semplice neppure per noi… Immagino ancora che anche tra voi, tra i differenti gruppi della vostra grande Famiglia, la differenza sia di casa e… spero possa generare nuova vita!

La realtà è più importante dell’idea

233: Questo criterio è legato all’incarnazione della Parola e alla sua messa in pratica: « In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio » (1 Gv 4,2). Il criterio di realtà, di una Parola già incarnata e che sempre cerca di incarnarsi, è essenziale all’evangelizzazione. Ci porta, da un lato, a valorizzare la storia della Chiesa come storia di salvezza, a fare memoria dei nostri santi che hanno inculturato il Vangelo nella vita dei nostri popoli, a raccogliere la ricca tradizione bimíllenaria della Chiesa, senza pretendere di elaborare un pensiero disgiunto da questo tesoro, come se volessimo inventare il Vangelo. Dall’altro lato, questo criterio ci spinge a mettere in pratica la Parola, a realizzare opere di giustizia e carità nelle quali tale Parola sia feconda. Non mettere in pratica, non condurre la Parola alla realtà, significa costruire sulla sabbia, rimanere nella pura idea e degenerare in intimismi e gnosticismi che non danno frutto, che rendono sterile il suo dinamismo.

Se c’è una parola che può fare il legame tra i diversi gruppi che voi rappresentate, credo sia “incarnazione”… In questo senso voi custodite per la Chiesa un tesoro di cui siete responsabili e di cui non avrete mai finito di comprendere il senso. I vostri stessi luoghi di vita, le vostre scelte lavorative, la compagnia delle donne e degli uomini negli ambienti in cui vivete vi stimolano a cercare in continuazione come la Parola oggi chiede di divenire Carne attraverso la disponibilità di chi lascia da lei cesellare e abitare. Se la Parola diviene Carne tutto diventa possibile nell’amore, senza schemi e senza ricorso ai vecchi modelli. Come con i dodici, Gesù contatto con lui è il desiderio di avere dei compagni di percorso, dei fratelli. Desiderio custodito per anni nel cuore, accarezzato, colorato da una fervida immaginazione, inquadrato già da possibili regole … a volte quasi realizzato e poi sfumato a causa di mille difficoltà…

Fino a quando il “chicco di grano” non ha accettato di pazientare e sottomettersi agli avvenimenti, di dissolversi nell’oblio totale di sé fino ad una morte violenta e dolorosa, è rimasto intrappolato nella solitudine. Occorreva il tempo “necessario a morire” perché un processo di vita potesse iniziare e portare frutto e quel frutto, oggi, siamo anche noi!

Quando ci assale la preoccupazione, direi anche la tentazione, di risolvere rapidamente e bene le situazioni delle persone con cui veniamo a contatto, possiamo interrogarci sulla nostra ansia di potere e di “occupare spazi”, di trovare una “sistemazione” perfino all’interno della Chiesa…

L’unità prevale sul conflitto

228: La solidarietà, intesa nel suo significato più profondo e di sfida, diventa così uno stile di costruzione della storia, un ambito vitale dove i conflitti, le tensioni e gli opposti possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita. Non significa puntare al sincretismo, né all’assorbimento di uno nell’altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto.

In questo senso fr. Charles ci è maestro attraverso la sua relazione con le genti dell’Islam. Evidentemente lui le ha incontrate attraverso il bagaglio culturale e religioso di un uomo della sua epoca, ha pensato a delle possibili conversioni, ha perfino battezzato! La realtà lo ha “abbassato” a una condivisione di vita, ad un’amicizia fedele. Fr. Charles ha sperimentato la “convivialità delle differenze” come diceva don Tonino Bello,…

Per noi, ancora prima che con le persone di fede islamica, un’infinita varietà di differenze è presente già all’interno delle nostre comunità ecclesiali. Sembra quasi che il Vangelo generi la differenza… ed inviti ciascuno a viverla al massimo grado e, nello stesso tempo, con la massima umiltà. Ancora di più sperimentiamo continua incessantemente a stimolarci: “Vi ho dato un suggerimento” (Gv. 13) … adesso trovate voi il modo migliore per oggi, non c’è limite…

Il tutto è superiore alla parte

235: Il tutto è più della parte, ed è anche più della loro semplice somma. Dunque, non si dev’essere troppo ossessionati da questioni limitate e particolari. Bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi. Però occorre farlo senza evadere, senza sradicamenti. È necessario affondare le radici nella terra fertile e nella storia del proprio luogo, che è un dono di Dio. Si lavora nel piccolo, con ciò che è vicino, però con una prospettiva più ampia. Allo stesso modo, una persona che conserva la sua personale peculiarità e non nasconde la sua identità, quando si integra cordialmente in una comunità, non si annulla ma riceve sempre nuovi stimoli per il proprio sviluppo. Non è né la sfera globale che annulla, né la parzialità isolata che rende sterili.

Uno sguardo del cuore profondo, contemplativo, ci permetterà di passare in continuazione dal particolare all’universale e viceversa… Anche in questo possiamo imparare da fr. Charles e sognare in grande partendo da situazioni semplici, normali, forse anche difficili. Ma, ancor prima possiamo imparare da Gesù che osservava una donna impastare il pane e vi scorgeva lievitare il Regno, vedeva una vicina scopare casa per cercare una moneta ed era avvolto dall’amore misericordioso di suo Padre.

Nulla è mai troppo stretto per non poter contenere l’universale. Il cuore di chi sceglie Nazareth, come il cuore di Maria, si dilata a custodire perfino il futuro e da quel futuro ritorna per abitare il presente, qualsiasi presente, con amore…

PDF: incontro-famiglia-spirituale-italiana-charles-de-foucauld-in-tre-fontane-maggio-2019

Diario della Fraternità italiana – luglio 2017

INDICE

  • LETTERA ALLE FRATERNITA’ pag.3
  • ESERCIZI SPIRITUALI DON ANTONIO MARANGON – Loreto, novembre 2016 pag. 8
  • SALUDECIO 2017, INCONTRO ANNUALE DI PRIMAVERA TESTIMONIANZA pag.27
  • FRATERNITA’ IN CIELO Domenico Piccoli pag.29
  • FAMIGLIA CHARLES DE FOUCAULD ITALIANA pag.31
  • ASSEMBLEA NAZIONALE LORETO 20 — 24 novembre 2017 pag.34

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QUESTIONI RIUNIONE DEI RESPONSABILI DELLE FRATERNITE DI CARLO DE FOUCAULD, CASTELFRANCO, ITALIA, APRILE 2015

Fraternità Sacerdotale Iesus Caritas

Riunione dei responsabili delle fraternite di Carlo de FOUCAULD

CASTELFRANCO, Italia, aprile 2015

Argomento: CARLO DE FOUCAULD, L’UOMO CHE PREGA, L’UOMO CHE LAVORA, COME CI DOMANDA OGGI GIORNO ?

QUESTIONI : (inviare le risposte a Aurelio prima 1° gennaio 2015, grazie)

1.- Ogni gruppo e ogni persona ha un modo di vivere il lavoro… Come vive il nostro gruppo il lavoro in contesti diversi? In che senso?

2.- (Opzionale) Chi sono io quando non mi interessa nella mia professione, quando sono in pensione, disoccupati, malati…?

3.- Per noi, qual è il legame tra il lavoro e la preghiera?

4.- Come preghiera e lavoro costituiscono la nostra fraternità o comunità e come portare a ciascuno di noi? In che senso la preghiera e il lavoro sono espressione della nostra incarnazione?

PDF: Castelfranco_2015_esp_fr_deut_por_eng_ital