Carissimi, sabato scorso il nostro fratello Roberto ha ricevuto la notizia della morte di suo nipote Marco, giovanissimo medico, appena assunto come anestesista all’ospedale di La Spezia. La disgrazia è avvenuta mentre Marco effettuava un’immersione nel mare dell’Argentario, da subacqueo appassionato qual era. Siamo tutti a corto di parole davanti al dolore e alla morte, poi quando avvengono in circostanze come questa, restano solo le nostre domande senza risposta.
Esaurite le parole umane, la Parola di Dio non smette di darci consolazione e fiducia. Se l’uomo deve accettare di tacere davanti al mistero del dolore, Dio ha parole da dire, anche se non sono quelle che magari vorremmo sentire.
Dice il Signore: «Nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?» (Sal 56,9).
A cosa possono servire le lacrime che i genitori, i parenti, gli amici di Marco stanno versando? Non abbiamo risposta, ma sappiamo che il Signore le raccoglie nel suo otre, le conta una a una, ne fa inchiostro per il suo libro, il libro della Vita. E ancora: «Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto» (Is 29,8).
La nostra Speranza è che la morte un giorno sarà distrutta come già è accaduto a Gesù a Pasqua. E allora le lacrime non avranno più ragione di essere. Ma, oggi, sono
qualcosa di importante, di prezioso, anche se a noi sembrano inutili.
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