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Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, novembre 2025
Continuiamo soltanto a remare
Carissimi, il 1o dicembre ci sarà, come di consueto, il ricordo nella preghiera di san Charles de Foucauld.
Lo faremo con un tempo di adorazione – dalle 17 alle 18 – e con la celebrazione eucaristica subito dopo.
È una gioia per noi ricordare il nostro Santo e rammentare a tutta la Chiesa che la sua testimonianza è proposta come modello di vita cristiana.
Quando penso alla sua attualità, la cosa che mi colpisce maggiormente è il suo aver vissuto in anticipo lo stato di fatica e tristezza nel quale versa la Chiesa di oggi Quando vai per parrocchie, senti sempre discorsi nostalgici di un passato che non c’è più! Nostalgie di processioni, sagre, ma non solo… anche di campi scuola, gruppi giovanili, belle attività. Se poi giri per conventi o seminari, il ritornello è sempre quello: poche vocazioni, come faremo ad andare avanti? Papa Francesco, nella Evangelii Gaudium, ci ha smascherati: «Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore […] Per tutto ciò mi permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!»
📃 PDF: JCQ_11_2025 1 HR
(Français) Courrier des Fraternités, 260, octobre 2025
Solo con l’amato. Ibn Arabí
Ascoltami, amore mio
Io sono la verità dell’universo,
il centro di tutti i cerchi.
Io sono l’inizio e il costituente,
il potere instaurato tra cielo e terra.
Ho creato la percezione dentro di te affinché tu possa percepirmi.
Le tue percezioni diventano realtà,
solo se riesci a percepirmi.
(Español) Horeb Ekumene, noviembre 2025
Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, ottobre 2025
Carissimi, sabato scorso il nostro fratello Roberto ha ricevuto la notizia della morte di suo nipote Marco, giovanissimo medico, appena assunto come anestesista all’ospedale di La Spezia. La disgrazia è avvenuta mentre Marco effettuava un’immersione nel mare dell’Argentario, da subacqueo appassionato qual era. Siamo tutti a corto di parole davanti al dolore e alla morte, poi quando avvengono in circostanze come questa, restano solo le nostre domande senza risposta.
Esaurite le parole umane, la Parola di Dio non smette di darci consolazione e fiducia. Se l’uomo deve accettare di tacere davanti al mistero del dolore, Dio ha parole da dire, anche se non sono quelle che magari vorremmo sentire.
Dice il Signore: «Nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?» (Sal 56,9).
A cosa possono servire le lacrime che i genitori, i parenti, gli amici di Marco stanno versando? Non abbiamo risposta, ma sappiamo che il Signore le raccoglie nel suo otre, le conta una a una, ne fa inchiostro per il suo libro, il libro della Vita. E ancora: «Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto» (Is 29,8).
La nostra Speranza è che la morte un giorno sarà distrutta come già è accaduto a Gesù a Pasqua. E allora le lacrime non avranno più ragione di essere. Ma, oggi, sono
qualcosa di importante, di prezioso, anche se a noi sembrano inutili.
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(Español) Horeb Ekumene, 385, octubre 2025
Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, settembre 2025
Carisimi, proprio oggi un gruppetto di sei ragazzi che sono in pellegrinaggio a piedi diretti a Roma, ha chiesto accoglienza in Abbazia per la notte. Niente di speciale direi… ma una cosa mi ha colpito!
Hanno chiesto infatti, vedendo sulle pareti dalla sala nella quale li abbiamo accolti, tante foto e didascalie, di conoscere san Charles de Foucauld. Alla loro richiesta, la mia risposta immediata è stata: «Ma non vi fate la doccia?». Erano stanchi dalla giornata di cammino eppure hanno anteposto alla doccia un piccolo incontro per conoscere il “nostro” fratel Carlo!
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(Español) Horeb Ekumene, 384, setiembre 2025
Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, agosto 2025
questo Q di metà agosto non può non risentire del clima di “ferie” che si respira. Magari ci sentiamo un po’ in colpa a fare delle vacanze mentre tanta parte dell’umanità è afflitta da guerre e altre calamità naturali o causate dall’uomo stesso… però poi l’esigenza di uno stacco prende il sopravvento!
Fratel Paolo Maria ci farà riflettere sul senso stesso della vita, che un tempo meno “pressato” da impegni, può darci modo di riscoprire… mentre da parte mia troverete una leggera chiacchierata sul “riposo”.
Il primo sostenitore, anzi direi il vero “autore” del riposo è Dio stesso:
«Per sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro in giorno di sabato sia messo a morte. Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un’alleanza perenne. Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti: infatti il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e ha preso respiro» (Es 31,15-17).
Il comando del “riposo”, dello shabbat (in ebraico), viene dato da Dio sulla base del Suo stesso modo di comportarsi… Dopo sei giorni di lavoro ha “cessato” di lavorare e ha “preso respiro”. Che bella immagine quella di un Dio che prende fiato dopo il lavoro, di un Dio che passa dall’affanno del lavoro alla distensione che gli
fa riprendere il respiro.
Di un Dio che dopo aver dato la vita all’uomo col Suo soffio, si permette di riprendere fiato.
Certo bisogna saper riposare e non tutti siamo capaci (me compreso). Tante volte una vacanza risulta più stressante del nostro impegno quotidiano e il tempo del riposo diventa il tempo per fare tutto quello che non ho potuto fare… Ma così mi affanno più di prima!
Leggi il documento completo in formato PDF: JCQ_8_2025 LR


