Lettera di quaresima 2021 ai fratelli del mondo. Eric LOZADA

“Or dunque – oracolo del Signore -, ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male” (Gioele 2, 12-13)

“O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova … L’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui… ora (Cristo) invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Romani 6, 3-11)

Un saluto a tutti voi, miei carissimi fratelli!

Mentre vi scrivo, porto tutti voi nel mio cuore insieme alle realtà complesse che ciascuno di voi deve affrontare a causa di questa crisi globale. Sembra che la pandemia ci stia rivelando i nostri punti di forza e di debolezza, nelle relazioni personali, nazionali e mondiali, in ambito economico, politico e religioso. La pandemia è una fase di grande rivelazione, come dice padre Richard Rohr e come sembra pensare Papa Francesco mentre si impegna in una decostruzione sistematica delle nostre strutture globali in Fratelli Tutti. Non voglio aggiungere nulla al loro meraviglioso lavoro. Intendo piuttosto inquadrare la nostra celebrazione della Quaresima nel contesto di quanto la pandemia rivela e insegna al nostro mondo. Vorrei vedere la celebrazione della Quaresima come un viaggio a spirale discendente, più scendiamo in profondità, più riusciamo a far emergere ciò che è nascosto nei cuori umani e nelle sottoculture del nostro mondo che ci tiene in ostaggio nella prigione del peccato, della paura, dell’indifferenza, della violenza. Se tutti intraprendiamo questo viaggio con onestà e una ferma risoluzione, possiamo raggiungere il fondo da cui nascono tutte le bugie del peccato, le illusioni e le distorsioni di questo mondo. Come afferma San Paolo, è il nostro essere sepolti con Cristo perché muoia il nostro uomo vecchio e il Padre ci doni una vita nuova nel Cristo. Spero che alla fine del nostro viaggio quaresimale di 40 giorni fino a Pasqua, come gli apostoli dopo la risurrezione, cammineremo tutti con rinnovata gioia e coraggio gridando il messaggio dell’amore e della gioia di Dio per il nostro mondo.

Il nostro viaggio inizia con ciò che suggerisce il profeta Gioele: “ritornate”, “rivolgetevi a Dio con tutto il cuore”. Iniziamo il viaggio con una domanda: a chi appartengo? Di chi va alla ricerca il mondo? Se guardiamo con calma e amorevolmente il mondo e noi stessi, sembra che il mondo di cui anche noi siamo parte, abbia molti falsi dei (evidenti o nascosti) che adoriamo, di cui ci prendiamo cura, ai quali diamo tutto il nostro tempo e le nostre energie. La nostra società, che vive di accumulo, sembra avere forme di idolatria profondamente radicate, che soppiantano il vero Dio del nostro desiderio più profondo con i falsi dei della vita che scorre in superficie. Questo è il motivo per cui il profeta raccomanda il digiuno, il pianto e il lamento.

Dobbiamo far digiuno di ciò con cui nutriamo ogni giorno la nostra mente e il nostro cuore, di ciò che è tossico e non scaturisce dai valori del Vangelo. Dobbiamo piangere per la violenza, l’ingiustizia, l’indifferenza, l’avidità di questo mondo perché, in un modo molto sottile, abbiamo agito sotto il loro fascino. Piangiamo gli errori del passato e impariamo a non ripeterli. San Paolo chiama questo un battesimo in Cristo che è anche un battesimo nella sua morte. Il nostro battesimo è la nostra iniziazione e la nostra comunione al mistero pasquale. A cosa siamo pronti a morire per amore di Gesù e del Vangelo? Dobbiamo dare un nome a ciò che siamo disposti a far morire in noi. E mentre ci lasciamo morire in Cristo, l’opera redentrice del Padre fa rinascere in noi e nel nostro mondo la grazia delle origini. Quando moriamo coscientemente al vecchio io, l’io che è schiavo del peccato, diventiamo liberi e liberati dal nostro io vecchio per vivere pienamente e autenticamente nella nuova vita di Cristo e in Cristo.

E così, cari fratelli, possiamo tutti intraprendere questo viaggio dalla schiavitù alla libertà, dalla paura alla fiducia, dall’oscurità alla luce, dal peccato alla grazia. Che questo viaggio sia il nostro umile ma sincero dono alle persone che ci sono affidate e al nostro mondo pieno di ansia, frammentato e violento. Lasciatemi anche esprimervi la mia profonda gratitudine per la vostra umile testimonianza del Vangelo e la vostra zelante attenzione ai poveri nelle realtà in cui siete chiamati a svolgere il vostro servizio, soprattutto in questo periodo di pandemia. La mia gratitudine ai nostri fratelli che hanno scritto i cinque testi e ai traduttori di questi testi. Avevano lo scopo di prepararci spiritualmente alla canonizzazione di fratel Charles. Vorrei invitare coloro che non hanno letto e meditato su questi testi ad accedervi sul nostro sito: www.iesuscaritas.org E per coloro che lo hanno fatto, continuate a tornare su questi testi.

A complemento del nostro viaggio di Quaresima, ho pensato di introdurre il processo di rifondazione. Nella mia corrispondenza con il Cardinale Stella della Congregazione per il Clero, lui mi ha posto importanti domande sul nostro modo di vivere la nostra fedeltà al carisma di fratel Charles e su come cresciamo nella missione come sacerdoti diocesani ispirati dalla sua spiritualità. Da queste conversazioni è nata l’idea di realizzare un’indagine globale. Invece di rispondere da solo a queste domande, ho pensato di vivere insieme a tutti voi la ricerca e il recupero delle nostre gemme preziose che forse possono essersi un po’ appannate ma che continuano a ispirarci. Propongo un processo in due fasi.

La prima fase sarà basata più sui dati. Qui, faccio appello ai confratelli responsabili di ogni singola fraternità, ai responsabili nazionali e continentali perché facciano il lavoro principale. Voi fratelli responsabili di ogni fraternità locale dovreste fornirci i dati della vostra fraternità circa il numero di membri regolari e altre informazioni che ritenete importanti. Quando arriverà il modulo del sondaggio, leggetelo attentamente. Assicuratevi che i dati che comunicate alla nostra fraternità internazionale siano corretti. Una nota sui membri regolari: sono i fratelli che partecipano regolarmente al vostro incontro mensile da almeno un anno o che sono regolarmente in contatto con voi o con uno dei fratelli della vostra fraternità locale. Se il fratello è in missione lontano ma si connette regolarmente, potrebbe comunque essere un membro regolare. I fratelli che sono interessati alla nostra spiritualità ma non possono impegnarsi a partecipare regolarmente agli incontri o a un rapporto costante sono chiamati “simpatizzanti”. La chiave è l’impegno (engagement). Il modulo del sondaggio vi sarà recapitato dal vostro responsabile nazionale. Avrete due settimane per completare il modulo e restituirlo al vostro responsabile nazionale. Vi ringrazio sinceramente per la vostra disponibilità.

La seconda fase si svolgerà qualche mese o un anno dopo. Il percorso sarà piuttosto una revisione comunitaria delle nostre vite su come cresciamo nella nostra fedeltà al carisma di fratel Charles e su come cresciamo nel nostro zelo missionario come sacerdoti diocesani ispirati da fratel Charles.

Grazie di cuore, cari fratelli. Sappiate che continuo a portare il vostro continente e la vostra nazione nella mia preghiera. Per favore, portatemi anche voi nella vostra preghiera. Ne ho bisogno.

Con gioia fraterna,

Eric LOZADA, responsabile internazionale

Dumaguete, Filippine, febbraio 2021

PDF: Lettera di Quaresima 2021 di Eric, it

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Piccoli Fratelli Jesus Caritas, febbraio 2021

È quando siamo deboli che siamo forti

Carissimi, fratel Paolo Maria mi chiede di rivolgervi anche da parte sua il consueto saluto, perché lui ancora non è in piena forma dopo qualche settimana di malattia.

Per chi non fosse a conoscenza, subito dopo le feste natalizie il Coronavirus è arrivato all’Abbazia di Sassovivo e i nostri cinque fratelli si sono ammalati, compreso fratel Gabriele, che era già rientrato a Roma dopo aver trascorso le feste in fraternità, e anche un paio di amici che frequentano più assiduamente l’abbazia. Fratel Leonardo è stato colpito duramente ed è ricoverato all’ospedale di Foligno, tuttora si trova in terapia intensiva e le sue condizioni sono delicate. La nostra attenzione si era concentrata subito su fratel Gian Carlo perché pensavamo fosse il più vulnerabile, ma grazie a Dio lui e gli altri fratelli si stanno riprendendo sempre più. Fratel Giovanni Marco era arrivato da Nazaret per trascorrere il Natale a Sassovivo e anche lui è rimasto contagiato; la sua presenza, paradossalmente, è stata provvidenziale perché ha potuto assistere gli altri fratelli, altrimenti le cose potevano andare peggio.

Leggete l’intero documento al prossimo link (PDF): JCQ_2_2021-2