CRISTIANI IRACHENI MIGRANTI E RIFUGIATI

 

CRISTIANI IRACHENI MIGRANTI E RIFUGIATI “PERSEGUITATI”

cristiani-iraq-01Nel Kurdistan iracheno 120 mila profughi cristiani, fuggiti dalla persecuzione jihadista vivono nella miseria più nera. Sono testimoni di una tragedia immane che va affrontata, rispondendo alle necessità immediate, con una azione “incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana”, (dal messaggio del santo Padre per la giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 18 gennaio 2015).

cristiani-iraq-02Dal 2003 fino ad oggi, in soli 12 anni la popolazione cristiana dell’Iraq è passata da 800.000 a 450.000 fedeli. Oltre 65 chiese sono state attaccate o distrutte in una trentina di attentati. Chi è uscito dal Paese si è recato in Europa o nell’America settentrionale oppure in paesi vicini, come la Giordania, la Siria, il Libano e la Turchia. Molte famiglie cristiane sono state costrette a lasciare le loro case ed averi ed a fuggire dalle grandi città come Baghdad, Bassora e Mosul per salvare i loro figli e la loro fede cristiana: in gran parte si cristiani-iraq-03sono rifugiati presso i villaggi del nord. Dal 2003 fino ad oggi sono stati uccisi più di 1500 cristiani, tra cui il 3 giugno 2007 a Mosul padre Raghed Aziz Ghanni insieme a tre Suddiaconi. Il 29 febbraio 2008, venne rapito l’Arcivescovo di Mosul Paulos Faraj Rahho; mentre i suoi tre accompagnatori furono assassinati sul posto, il corpo dell’Arcivescovo fu ritrovato il 12 marzo 2008. Nel 2011 sono stati uccisi in una chiesa di Baghdad più di 45 persone insieme a due sacerdoti.

cristiani-iraq-04Dal 10 giugno 2014 la città di Mosul (l’antica citta di Ninive) è caduta nelle mani degli Jihadisti (ISIS), lo stato islamico dell’Iraq e del Levante. Con questo fatto gravissimo inizia la tragedia e la persecuzione dei cristiani, degli Sciiti, dei Curdi e degli Yazidi della città. Circa 500.000 persone hanno lasciato Mosul chi a piedi, chi con le macchine, dopo aver raccolto l’essenziale delle loro cose per poi scappare via, verso i villaggi vicini alcuni verso Arbil la capitale del Kurdistan Iracheno, di cui circa 50.000 erano cristiani.

cristiani-iraq-05I cristiani sono stati messi di fronte ad una scelta, entro tre giorni dovevano:

  • convertirsi all’Islam
  • lasciare le loro case e partire
  • essere uccisi.

cristiani-iraq-06Le loro case di notte sono state contrassegnate con la lettera N ن)) che in arabo vuol dire Cristiani (NASSARA), sono state sequestrate come proprietà del Califfato islamico, per questo cosi non hanno potuto portare via nulla, perfino i loro documenti sono stati requisiti alla frontiera e sono scappati solo con i vestiti che indossavano.

Lo stato islamico ha continuato ad avanzare verso la valle di Mosul dove ci sono tanti villaggi cristiani.

cristiani-iraq-07La notte tra il 6 e il 7 agosto 2014 gli jihadisti sono arrivati nella cittadina di Qaraqosh (60.000 cristiani) che è stata occupata dallo stato islamico insieme a Karmlesh (6000 cristiani) ed altri villaggi cristiani e Yazidi. Si calcola che i cristiani cacciati con forza dalle loro case siano stati tra i 120.000 e i 150.000; si parla di circa 50.000 Yazidi fuggiti sulla montagna, più di 500 persone sono state uccise e altre 500 giovani donne sono state rapite.

La maggior parte dei cristiani sono scappati a piedi verso Ankawa-Arbil, tra cui c’erano donne incinte, bambini, anziani, ammalati. … Con una temperatura che sfiorava 45 – 50 gradi. …

cristiani-iraq-08Le chiese e gli edifici scolastici di Ankawa e delle città e villaggi del Kurdistan sono stati utilizzati per l’accoglienza dei profughi; circa 75.000 rifugiati ad Ankawa, alcuni cristiani-iraq-09dormivano nei cortili o nei giardini delle chiese e delle scuole ed altri vivevano in strada. Le loro case sono state alcune occupate dagli Jihadisti, altre distrutte, anche le chiese sono state distrutte, saccheggiate, le Croci e statue spezzate, gli antichi monasteri distrutti e bruciati con i loro manoscritti. Cosi lo stato islamico sta cancellando la storia dei cristiani in Iraq che esiste da duemila anni. La Chiesa in Iraq è stata fondata da S. Tommaso Apostolo, fa parte quindi di una delle Chiese più antiche del mondo, che oggi viene messa a dura prova.

cristiani-iraq-10Vi racconto questa testimonianza dell’arcivescovo di Lione – Francia: “ho scoperto la bellezza e allo stesso tempo il prezzo della testimonianza cristiana. Ho ascoltato centinaia di testimonianze, tutte diverse, ma che dicevano in fondo la stessa cosa: “la mia fede è più preziosa della mia casa, della mia città e dei miei beni materiali”. Nessuno di coloro che ho incontrato ha rinnegato, né tradito Gesù Cristo, mentre per noi questa è la tentazione quotidiana”. Sono le parole dell’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin, all’indomani della sua visita ai profughi cristiani nel Kurdistan iracheno.

cristiani-iraq-11In seguito al grido del patriarca dei Caldei sua Beatitudine Louis Sako, il Santo Padre Papa Francesco ha mandato un suo inviato personale il cardinale Fernando Filoni a visitare i cristiani rifugiati, ed ha incontrato le autorità politiche della Regione autonoma del Kurdistan, ha visitato i rifugiati cristiani, Yazidi e altri nelle province di Duhok e Arbil. Dopo aver sentito e visto le tragedie e le sofferenze di tante famiglie che hanno lasciato i propri villaggi, le proprie case e proprietà, soprattutto a Mosul, nella Piana di Ninive e in Sinjar.

Il giorno 16 agosto 2014 il cardinale Filoni si unisce al nuovo appello del Patriarca nel chiedere alla Comunità Internazionale, ed in particolare ai Paesi e alle Organizzazioni internazionali che hanno maggiore responsabilità morale, di:

  • Intervenire immediatamente portando aiuti di prima necessità: acqua, cibo medicinali, servizi sanitari, ecc.
  • Liberare i villaggi ed i luoghi occupati il più presto possibile, in modo stabile, poiché non bisogna lasciar morire la speranza delle popolazioni!
  • Assicurare una protezione internazionale a questi villaggi per incoraggiare le famiglie a rientrare nelle loro case e continuare la loro vita normale in sicurezza e pace. Più volte la gente ci ha gridato: aiutateci a ritornare a vivere!

cristiani-iraq-12Oggi per i rifugiati iracheni si vive il messaggio del santo Padre per la giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato “La Chiesa senza frontiere, madre di tutti”. Sono da ringraziare la Chiesa, i cristiani di tutto il mondo, le Associazioni Internazionali, la Chiesa e la Caritas irachena che hanno organizzato una commissione per distribuire viveri a tutti, tende e posti per dormire e indumenti, non solo ai cristiani ma anche per gli Yazidi.

cristiani-iraq-13Secondo le ultime notizie tante famiglie stanno lasciando l’Iraq per fuggire nei paesi vicini: più di 5000 cristiani sono arrivati in Libano, 7000 persone sono arrivate in Giordania ed altrettante in Turchia.

Gli interventi militari decisi dagli Stati Uniti e dagli alleati frenano l’avanzamento dello stato islamico, ma non bastano, perché i bombardamenti distruggono case e infrastrutture e uccidono civili inermi. Ci vorrebbe un intervento sul terreno che nasca da una collaborazione con il governo, l’esercito iracheno e con i Curdi.

cristiani-iraq-14Concludo con le parole di speranza del Papa:

Cari migranti e rifugiati! Voi avete un posto speciale nel cuore della Chiesa, e l’aiutate ad allargare le dimensioni del suo cuore per manifestare la sua maternità verso l’intera famiglia umana. Non perdete la vostra fiducia e la vostra speranza! Pensiamo alla santa Famiglia esule in Egitto: come nel cuore materno della Vergine Maria e in quello premuroso di san Giuseppe si è conservata la fiducia che Dio mai abbandona, così in voi non manchi la medesima fiducia nel Signore”.

Don Giovanni Naoom, fraternità sacerdotale Iesus Caritas, Charles de Foucauld

EQUIPE INTERNAZIONALE, SETTEMBRE 2014

Carissimi fratelli,
Manahona? Come state? Salama! ciao!

madagascar1Desideriamo condividere la nostra gioia di essere fraternità, pur essendo persone molto diverse, accolte da Felix in Madagascar, e presentarvi la nostra esperienza di lavoro di Antanarivo e Mahajanga; ciò che abbiamo vissuto con le sorelle del Vangelo in un quartiere periferico e povero della capitale e con la fraternità sacerdotale malgascia di Amborovy, e partecipando alla chiusura dell’incontro nazionale delle Famiglie di fratel Carlo.

madagascar2L’adorazione, la celebrazione e l’aprire il nostro cuore agli altri e leggere anche il cuore degli altri: tutto ciò ci ha dato la possibilità di vivere la fraternità nel carmelo di Amborovy, accolti e accompagnati amorevolmente dalle suore carmelitane.

Grazie a Felix abbiamo vissuto questi giorni come un Nazaret molto vicini alla gente, che ogni giorno ci hanno regalato sorrisi e saluti.

Il messaggio di papa Francesco è stato molto presente nel nostro incontro e ci ha aiutato a valorizzare la Parola di Dio come animatrice della nostra fraternità, tenendo presente che il 2015 ricorre il 50° anniversario della Dei Verbum.

madagascar3Abbiamo rivisitato le fraternità nei 5 continenti – la fraternità sacerdotale è presente in 43 nazioni – dove il carisma e il messaggio di fraternità universale di fratel Carlo è come il Vangelo che si respira. Abbiamo apprezzato la forte spinta delle fraternità dell’Asia con una coordinazione e comunicazione sempre più efficiente; il mese di Nazaret in Francia, Brasile, Cile, Camerum e Irlanda in questo anno: una bellissima notizia che non possiamo dimenticare e nasconderla in un baule; la chiamata al dialogo con l’Islam in Europa, Africa e Asia: un Padre unico che vuole che i suoi figli si capiscano e non desidera essere la causa della separazione e del conflitto. Confidiamo che il prossimo incontro di luglio 2015 a Viviers in Francia, coordinato da Jean Francois, per sacerdoti che lavorano con i mussulmani sarà di enorme aiuto per madagascar4unire e non per disperdere o separare; abbiamo preso in considerazione i problemi della comunicazione sia per le enormi distanze in alcune nazioni sia per il sovraccarico di lavoro dei fratelli. Desideriamo che la nostra pagina di Internet iesuscaritas.org possa essere il punto d’incontro di tutti per una comunicazione pratica e veloce e che ogni documento su Charles de Foucauld venga conosciuto da tutti. Ci rallegriamo per il vissuto nelle assemblee di EEUU, nel Colorado Springs, dell’Africa in Kribi –Camrum, e dell’Europa a Verona – Italia, accogliendo le impressioni e la gioia dei partecipanti all’incontro.

madagascar5Per il centenario della pasqua di fratel Carlo desideriamo proporre un criterio generale di celebrazione. Sappiamo che in ogni continente, nazione, diocesi e parrocchia o fraternità locale si sta organizzando l’evento come Famiglia. Tutto deve essere una festa sullo stile di Nazaret e condiviso con gli umili, lontano da ogni espressione di trionfalismo o grandiosità.

madagascar6Abbiamo fatto un bilancio economico: l’equilibrio della cassa internazionale è fragile. Perciò ricordiamo ai vari paesi che fraternità vuol dire anche condividere i nostri beni per aiutare specialmente la realizzazione del Mese di Nazaret e le assemblee asiatiche, Africane e Americane, e per far partecipare qualche membro dell’equipe internazionale là dove siamo invitati da alcune fraternità nazionali e per poter realizzare il nostro incontro internazionale annuale.

madagascar7Misaotra betsaka, molte grazie per la vostra generosità. Contiamo molto su di voi per questa condivisione.

Ci sono tre chiamate molto importanti nella nostra vita per vivere lo specifico della fraternità sacerdotale: il giorno di deserto mensile, quale tempo di ascolto, di spogliazione; la revisione di vita, come tempo contemplativo della vita dei fratelli, dei loro sentimenti, problemi e progetti della loro vita interiore e come anch’essi ci vedono e ci aiutano; l’impegno di ogni fraternità di muoversi nel mutuo aiuto e appoggio, come ogni famiglia ci si aiuta nel concreto della vita per non rintanarsi in un gruppo che vive una spiritualità disincarnata, ma sa condividere un progetto, un lavoro in gruppo, una stessa posizione di fronte ai problemi sociali e umamadagascar8ni. Crediamo che ciò fa parte del sogno di Charles de Foucauld, uniti a Gesù crocefisso e risorto in ogni uomo o donna, che ci contempla e ama come lo contempliamo e amiamo nell’adorazione quotidiana eucaristica.

madagascar9Abbiamo deciso che il prossimo incontro lo faremo in Spagna, nella casa di Aurelio, dal 20 al 29 ottobre 2015. Prepariamo già il cuore e lo zaino.

madagascar10Jean Francois. Emmanuel. Felix, Mark, Mauricio y Aurelio

Amborovy, Madagascar, 11 settembre 2014, giorno del nostro rientro.

 

 

 

En PDF: Carta de Amborovy, equipe internazionale, 2014, italiano